Si aggiunge un nuovo capitolo allo scontro legale fra Qualcomm e ARM, amiche e nemiche in un mercato dei semiconduttori che sta vivendo una delle peggiori crisi di sempre. Tutto parte nel 2019, quando alcuni ex di Google ed Apple come Gerard Williams, John Bruno e Manu Galati decidono di allearsi e fondare NUVIA, startup ideata con lo scopo di realizzare CPU per server e data center. Per farlo, NUVIA contatta ARM per ottenere le licenze necessarie per creare un core custom “Phoenix”: per chi non lo sapesse, infatti, il business principale di ARM Holdings è quello di vendere ai chipmaker le licenze sulle architetture dei processori che ha brevettato. Se avete uno smartphone o un tablet Android o iOS, così come uno degli ultimi Mac con Apple M1/M2, sappiate che i relativi chipset non esisterebbero senza le architetture ARM.
Ecco perché Qualcomm e ARM sono in guerra e perché i consumatori potrebbero rimetterci
Quello di ARM è sostanzialmente un monopolio a cui chipmaker come Qualcomm devono sottostare pena il rischio di ritrovarsi ridimensionati in un mercato altamente competitivo. Ma dal 2019 arriviamo al 2021, anno in cui Qualcomm annuncia l'acquisizione di NUVIA per 1,4 miliardi di dollari, ed è qui che il chipmaker statunitense si accorge di un'anomalia. Quando un'azienda si rivolge ad ARM per ottenere le sue licenze, le opzioni percorribili sono due: stringere un accordo TLA (Technology Licensing Agreement) o ALA (Architecture Licensing Agreement). Nel primo caso rientra MediaTek, che all'interno dei suoi System-on-a-Chip inserisce CPU e GPU realizzate interamente sui design di ARM. Nel secondo caso, invece, rientrano tutti quei chipmaker che richiedono solamente le istruzioni ma non il design dei core ARM; per esempio i SoC Snapdragon, basati su architettura ARM ma con CPU personalizzare (core Kryo) e GPU Adreno altrettanto custom.
Come prevedibile, gli accordi ALA sono più economici di quelli TLA ed è quello che richiese al tempo NUVIA per realizzare il suo core custom “Phoenix”. Ma una volta acquisita, Qualcomm si è accorta che il prezzo pagato da NUVIA ad ARM era ben più alto di quelli solitamente pagato da aziende come la stessa Qualcomm ma anche Samsung, NVIDIA e così via. Una dinamica non poi così strana, dato che parliamo di un'azienda appena nata con cui ARM non ha legami storici (al contrario dei nomi succitati) e indirizzata a un mercato premium come quello delle CPU server con cui ammortizzare i prezzi è potenzialmente più facile rispetto a una CPU per smartphone.

Il problema è che non scorre buon sangue fra Qualcomm e ARM. Quando nel 2020 arrivò l'annuncio che NVIDIA avrebbe acquistato ARM, i vari enti antitrust ricevettero preoccupazioni e proteste da parte delle compagnie del settore, compresa Qualcomm. Saltò così l'accordo da 40 miliardi, e ARM capisce che l'acquisizione di NUVIA da parte di Qualcomm significa due cose: in primis, che Qualcomm vuole fare valere i suoi accordi ALA sulla produzione di NUVIA, abbassando quindi i prezzi stabiliti in precedenza; ma soprattutto, in secundis, che Qualcomm vuole usare i core NUVIA nei server ma anche in prodotti consumer come smartphone, tablet e PC. E questo significherebbe meno soldi per ARM, con un partner enorme come Qualcomm che passerebbe dalle licenze TLA alle più economiche ALA.
Ed è qui che arriviamo all'ultimo capitolo dello scontro fra le parti, perché Qualcomm avrebbe aperto un vaso di Pandora che rischia di creare un caos non indifferente nel mercato tecnologico. In fase di tribunale, Qualcomm ha accusato ARM di aver sostanzialmente cambiato business e in maniera controversa: a partire dal 2025, ARM avrebbe deciso di chiedere il pagamento delle licenze direttamente ai produttori anziché ai chipmaker. Per ogni dispositivo venduto con chip con core ARM, i produttori dovrebbero pagare royalties all'azienda britannica, arrivando persino ad azioni intimidatorie come il minacciare di rivolgersi alle società concorrenti qualora non avessero deciso di pagare e di lasciarli senza CPU e GPU.
Se si parla di smartphone, questa mossa riguarderebbero praticamente tutti da Apple a Samsung, Xiaomi, OPPO, vivo e così via, ma la mossa si estenderebbe anche ad altri settori della tecnologia. E non finisce qui, perché l'accusa si estende anche a un altro importante aspetto, dato che ARM avrebbe intenzione di obbligare i produttori a usare solamente design ARM e di riflesso abbandonare i progetti che riguardano la realizzazione di core custom; non solo i core NUVIA, ma anche le CPU Kryo e GPU Adreno di Qualcomm o le NPU Tensor di Google, per fare qualche esempio noto ai più. Tutte mosse che ARM avrebbe deciso per aumentare i profitti, anche in vista del suo rientro in borsa nel 2023 dopo esserne uscita nel 2016.
Per quanto non ci sia ancora nulla di certo, per ciò che traspare dai documenti discussi in tribunale da Qualcomm e ARM è praticamente certo che le intenzioni siano queste. Tuttavia, è ancora difficile capire come si evolverà una situazione alquanto complessa e delicata da ambo le parti, soprattutto da parte di ARM.
⭐️ Scopri il nuovo Volantino Settimanale di GizChina con offerte e coupon esclusivi sempre diversi.Questo articolo È guerra fra Qualcomm e ARM: caos e rincari nel mondo tech è stato pubblicato in origine su GizChina.it.
0 Commentaires